Riporto un articolo trovato online che mi ha particolarmente colpito per quanto esso sia tremendamente applicabile alla maggior parte delle esperienze dei giovani all'estero.
"Il mio primo anno a tempo pieno all'estero fu difficile ma estremamente formativo.
Ad una ventina di anni posso giudicarlo in modo più distaccato e capire come mi ha aiutato durante gli anni successivi.
Finiti gli studi universitari rimasi in Inghilterra.
Stiamo parlando dell’autunno del 1993, un periodo molto difficile dal punto di vista occupazionale per un giovane ventenne e simile a quello odierno.
L’importanza delle amicizie
Per i primi tempi mi ritrovai a dormire sul pavimento gentilmente messo a mia disposizione da amici dei tempi dell’università.
Mi resi conto ancora di più, se ce ne fosse bisogno, di quanto siano importanti gli amici.
Tratta gli altri come vorresti essere trattato
Il primo lavoro che trovai fu, grazie ad un’amica, come fattorino in un negozio di vini.
Questo lavoro mi consentì di entrare in contatto con il pubblico e rendermi conto che la maggior parte delle persone tratta bene il prossimo.
Mi resi anche conto che alcune persone invece trattano malissimo il prossimo e l’esperienza mi insegnò a cercare di evitare di diventare quella persona.
Ogni lavoro è da rispettare
Sognavo di lavorare da neolaureato in un negozio di vini? No.
L’esperienza però mi ha insegnato in modo inequivoco del rispetto che bisogna dare a tutte le persone che lavorano in modo onesto indipendentemente dal tipo di lavoro.
Tante persone dicono “sono disposto a fare tutto” e su questo non ho alcun dubbio. Solo però quando effettivamente ti ritrovi a farlo ti rendi conto di quanto sia difficile soprattutto dal punto di vista dell’ego.
Per un anno di ritrovare a confrontarmi, volente o nolente, con compagni di università che avevano trovato un lavoro “consono” a quello che avevamo studiato.
Loro mi trattavano esattamente come quando eravamo compagni di università. Il problema era tutto nella mia testa quando facevo il confronto tra la mia situazione e la loro.
L’esperienza mi ha insegnato a non preoccuparmi di cosa gli altri pensino di me perché probabilmente la mia mente sta sprecando tempo immaginando chissà cosa. Nel contempo ho imparato a non giudicare gli altri per il lavoro che fanno. Se il lavoro è onesto, va lodato.
Vivere al di sotto delle proprie possibilità
Il lavoro era pagato ma poco. Mi consentiva di pagare vitto e affitto ma poco altro. In una città costosa come Londra questo voleva dire fare una vita abbastanza frugale e rinunciare alla maggior parte dei divertimenti appannaggio dei miei coetanei.
Questa esperienza divenne fondamentale durante gli anni successivi perché il vivere al di sotto delle mie possibilità mi ha consentito di evitare situazioni economiche problematiche.
I miei primi tempi all’estero sono stati relativamente difficili.
A distanza di tempo però sono molto riconoscente a queste difficoltà.
Mi hanno permesso di superare gli inevitabili momenti difficili che si sono presentati anche durante gli anni successivi con un atteggiamento più maturo.
Sono riuscito a gestire meglio (non sempre benissimo, vorrei sottolineare) gli alti e bassi di una vita lontano da casa.
Sono sicuro che se tutto fosse andato benissimo all’inizio, avrei avuto maggiori difficoltà a gestire problemi successivamente.
È meglio dover affrontare un periodo difficile quando si è più giovani e si rischia di meno rispetto al doverlo affrontare, senza esperienza precedente, quando si è più vecchi e si hanno maggiori responsabilità.
Ero contento di fare fatica al tempo? No.
Ne sono riconoscente adesso? Sì."