Dopo un'intenso mese di attività podistica assente (non correvo dalla 10 km di Mestre del 22 giugno), dovuto alla presenza di un caldo soffocante (che poco aiuta ad invogliare l'ipotetico corridore ad indossare le proprie scarpe ginniche ed intraprendere un percorso stradale di svariati chilometri), mancanza di tempo e alla partecipazione di innumerevoli tornei di calcetto e pallavolo (ebbene si anche pallavolo!!) ieri sera ho ricominciato (oppuro iniziato?) la mia preparazione in vista della maratona di Venezia di ottobre.
Che dire, le prime falcate sono state facili e prive di qualsiasi dolore muscolare; ho quindi creduto di non aver perso il ritmo a cui ero arrivato, appunto, un mese fa. Ma dopo pochi km, complice il già citato il caldo e il fatto, soprattutto, della mancanza di allenamento sulle grandi distanze, le gambe ed il fiato hanno iniziato a diventare miei nemici nel raggiungimento del minitraguardo fissato a soli 8 km!!
Fortunamente il tramonto del sole (che in queste foto, tratte da Google Maps, non si scorge) e il contesto floristico che mi circondava hanno contribuito ad allontare la mia attenzione da quel terribile dolore al polpaccio sinistro!
Certo lo so che non è un paesaggio mozzafiato o che ti lascia a bocca aperta, ma questi campi coltivati che "finiscono là in fondo" e questo silenzio che ti circonda, interrotto solamente dal paesaggio di qualche auto o dall'abbaiare di qualche cane che ha deciso di prendersela con il corridore serale di turno, aiuta a pensare, o meglio, o a non pensare a lasciarsi andare, a concedere alle gambe di prendersi un loro ritmo indipendemente dalla tua volontà.
Fino a che non ritorni nelle zone più abitate, il passaggio delle macchine si fa più frequente, ed avviene una sorta di ritorno alla realtà, in cui la testa riprende il comando dell'andatura e i dolori si fanno sentire ovunque, poichè il corpo "sente" che l'arrivo a destinazione è così vicino che ormai ci si può anche lasciarsi andare!
Uno dei prossimi allenamenti sarà in montagna, dove potrò sperimentare davvero la fatica di un percorso che alterna salite e discese e dove i paesaggi che ti circondando non si limitano ad essere semplici campi coltivati interrotti dalla presenza di qualche albero o qualche casa.
Prima, però, è necessario riprendere i ritmi di allenamento raggiunti lo scorso mese!