Vajont è il nome del torrente che scorre nella valle di Erto e Casso e che confluisce nel Piave, nei pressi di Longarone e Castellavazzo, in provincia di Belluno.
Le comunità di questi paesi vennero sconvolte dalla catastrofe che avvenne il 9 ottobre 1963 in seguito alla costruzione della diga che provocò la frana del monte Toc all'interno del bacino artificiale creatosi alle spalle della struttura con la conseguente onda che portò alla distruzione dei paesi ed un numero di circa 1800 vittime.
Ma partiamo dall'inizio. Nel 1940 il geologo Dal Piaz, consulente della SADE e autore delle principali relazioni geologiche che accompagnarono i progetti della diga, diede una descrizione dei luoghi in cui doveva essere realizzata la struttura: " [...] la
parte inferiore della vallata del Vajont, che confluisce nel Piave di
fronte a Longarone, viene citata come esempio classico e suggestivo di
profondissima gola che s'interna nei monti a guisa di gigantesca
spaccatura. In questo punto la gola è così angusta e profonda da
richiamare alla mente i classici canyon degli Stati Uniti. Anche qui,
come nei canyon dell'America settentrionale, il fiume scorre in una
profondissima fessura a forma di tortuoso corridoio, i cui fianchi si
ergono a pareti verticali per considerevoli altezze [...]".
In seguito ad una serie di proposte di progetto, anche a causa delle pressioni del Governo, ci fu un'accelarazione nell'iter progettuale che portò alla realizzazione di una serie di elaborati secondo cui la diga doveva presentare le seguenti caratteristiche:
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quota di fondazione: 463,90 m
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quota di coronamento: 725,50 m
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quota di massimo invaso: 722,50 m
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altezza massima: 261,60 m
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lunghezza del coronamento: 190,50 m
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spessore alla base: 21,11 m
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spessore alla sommità: 3,40 m
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volume di calcestruzzo: 353.000 mc
- corda dell'arco medio di testa: 169,0 m
La diga fu riempita e, in seguito ad una serie di invasi e svasi, venne raggiunto il livello di 710 m, 10 oltre il limite di sicurezza. In questa occasione ripresero i movimenti della
massa franosa e la falda freatica riprese a risalire, benché questo
fosse attribuito alle precipitazioni meteorologiche. Nella riunione tecnica
tenutasi il 18 di settembre, l'ing. Biadene, subentrato allo scomparso
Semenza, fece presente che se i movimenti non si fossero arrestati prima
della fine del mese, avrebbe proceduto ad uno svuotamento parziale del
bacino fino a quota 695, ritenuta da tutti come quota di sicurezza per
eventuali imprevisti.
Nell'ultimo mese precedente la tragedia i cittadini della valle del Vajont erano certamente impressionati da quanto succedeva: i boati che scuotevano continuamente il terreno non inducevano di certo all'ottimismo.
Nell'ultimo mese precedente la tragedia i cittadini della valle del Vajont erano certamente impressionati da quanto succedeva: i boati che scuotevano continuamente il terreno non inducevano di certo all'ottimismo.
Il 27 settembre iniziò l'ultimo svaso, dapprima
lento, quindi sempre più veloce. Purtroppo questo ultimo estremo
intervento non riuscì ad evitare il peggio.
Alle 22.39 del 9 ottobre 1963 una frana (si parla di circa 270 milioni di mc di roccia) si staccò dal monte Toc provocando ue ondate: la prima, a monte, fu spinta ad est verso il centro
della vallata del Vajont che in quel punto si allarga. L'abitato di Erto fu miracolosamente risparmiato ma vennero distruttue le frazioni più basse lungo le
rive del lago(Frasègn, Le Spesse, Cristo, Pineda, Ceva, Prada,
Marzana e San Martino); la seconda superò lo sbarramento della diga e si diresse verso valle spazzando via ogni ostacolo. La stretta gola del Vajont compresse l'onda facendolo acquisire ancora maggiore energia che la portò a raggiungere i 70 metri all'uscita dalla vallata e a distruggere con una forza terribile l'abitato di Longarone.
Alle prime luci dell'alba l'incubo, che aveva
ossessionato da parecchi anni la gente del posto, divenne realtà. Gli
occhi dei sopravvissuti poterono contemplare quanto l'imprevedibilità
della natura, unita alla piccolezza umana, seppe produrre. La perdita di
quasi duemila vittime stabilì un nefasto primato nella storia italiana e
mondiale........... si era consumata una tragedia tra le più grandi che
l'umanità potrà mai ricordare.
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