31/05/12

40 - L'orizzonte vicino

Gli ultimi 6 mesi non sono stati molto semplici, affatto. Quando tutto stava procedendo per il meglio è arrivata la mazzata. Ho dovuto raccogliere tutti i cocci, farmi coraggio e ricominciare, imparare nuovamente a fare quello che già sapevo fare qualche anno fa ma che ormai mi ero dimenticato.

Il mio carattere si è modificato, non so dire se in meglio o in peggio, di sicuro ora ho un altro tipo di approccio con le persone, differente.

All'orizzonte vedo la possibilità di una soluzione o quella che credo sia una soluzione, almeno. Sto seguendo questo, sto andando incontro a quell'orizzonte, che mai come oggi mi è sembrato così vicino.

27/05/12

39 - Washington

Con l'ultimo post, il numero 37, si chiude il mio viaggio lungo la west coast e si inizia a parlare della east cost, cui sono giunto con un volo diretto da Las Vegas, atterrando a Washington e passando la notte in aereo (esperienza che non consiglio a nessuno!!).

Da subito sono nati i primi problemi perchè, causa mia lo ammetto, mi ero informato su tutto quello che dovevo fare (mezzi di trasporto, posti da vedere, musei etc..) sulla costa ovest, ma poco o niente della est e quindi ho amaramente scoperto che l'aeroporto di D.C. dista un'ora e mezza di autobus dal centro della Capitale a cui si aggiungono circa 20 minuti di metro.

Il problema del turista, ovvero del sottoscritto, è quello di arrivare di buon'ora con l'autobus alla stazione della metro e scoprire (seconda scoperta in poco meno di due ore!!) che il biglietto turistico, per così dire, è valido solamente a partire dalle 9.00 a.m. per facilitare gli autoctoni che vanno a lavoro, università etc..e va da sè che passare 1 ora e un quarto in una stazione metro senza un bar o un giornalaio, e dopo avere dormito si e no un'ora e per giunta su uno scomodo sedile di aereo...beh vi lascio immaginare con che stato d'animo ero.

Dopo un'estenuante viaggio, perciò, siamo giunti nella Capitale e, deposti i bagagli, abbiamo iniziato la nostra visita partendo dal Campidoglio.
Visitare Washington, o per meglio dire i monumenti più importanti, è stato piuttosto facile poichè tutte le attrazioni più significative sono dislocate lungo il Mall. Il National Mall è un viale lungo circa 3 km, per 130 mt di larghezza, ovvero la distanza tra il Campidoglio e il Lincoln Memorial.
L'idea di realizzare tutti i monumenti più importanti lungo questo asse spetta all'architetto  Pierre Charles L'Enfant che tracciò una bozza di progetto nel 1791.

- Campidoglio

  
è la sede ufficiale dei due rami del Congresso degli Stati Uniti. L'edificio sorge sulle colline di Capitol Hill. La cupola è sormontata dalla Statua della Libertà in bronzo.

- Washington Monument

è un obelisco di marmo costruito in onore e per commerarea George Washington, primo presidente degli U.S.A. Questo obelisco, il più alto di Washington, è alto 169 mt, è una delle costruzioni in pietra più alte al mondo ed è circondata da tantissime bandiere americane. A causa dell'inadeguatezza dei terreni, la costruzione non si trova esattamente in asse al National Mall ma leggermente scentrato rispetto alle altre costruzioni.


- Lincoln Memorial

è un monumento costruito in onore di Abraham Lincoln, sedicesimo presidente degli Stati Uniti. Contiene un enorme statua dello stesso Lincoln (di cui purtroppo non ho la foto ma solo alcuni video) realizzata dallo scultore French.
File:Lincoln Memorial (Lincoln contrasty).jpg
Immagine tratta da Wikipedia



Il Lincoln Memorial compare sulle monete da un centesimo di dollaro e sulle banconote da cinque dollari.

- White House

Speravo di vedere la First Lady in giardino a raccogliere i pomodori nell'orto...ahimè non è andata così, ma devo dire che la vista della Casa Bianca ti lascia..penserioso ecco. Fa impressione pensare che lì dentro viva il Presidente degli Stati Uniti e, forse, anche l'uomo più potente al mondo. Se a ciò ci aggiungiamo una serie di poliziotti sparsi in ogni angolo della strada a protezione dell'edificio e qualche comitivia di studenti che si fa immortalare in qualche foto cantando l'inno americano, il gioco è fatto!



In conclusione: Washington mi è piaciuta, si respira una vera aria di America, senti la storia di questa Nazione, la vedi nei monumenti e la vedi intorno a te nei turisti e negli autoctoni. La consiglierei, anche per la presenza di innumerevoli musei molto belli interessanti (tra tutti il National Musem of Natural History ed il National Air and Space Musem), ma solamente per un giorno, al massimo due perchè mi ha dato la sensazione che quello che c'è da vedere si trova tutto nel giro di pochi km quadrati, lungo il Mall e nelle zone vicine.

Note negative:tra le città che ho visitato negli U.S., questa è quella che mi ha dato veramente la sensazione di non essere sicura. A San Francisco, Las Vegas, New York tutto mi è sembrato più tranquillo e sicuro, ma a Washington, ovviamente non mi è capitato niente (per fortuna!), ho avuto la sensazione che alla sera sia meglio starsene a casa se non si conosce bene la città ecco!!

24/05/12

38 - Moonlight Halfmarathon - Jesolo

Ebbene si, ho intrapreso la corriera di (mezzo) maratoneta e mi sono dato alla corsa. Dopo il primo evento a cui ho partecipato (Padova - post 33), ho deciso che era giunto il momento di provare nuovamente a partecipare ad una manifestazione che mi permettese di capire se le sensazioni provate nella prima mezza maratona fossero frutto del caso o se davvero correre per distanze così lunghe ed impegnative è un'attività che mi piace e che voglio coltivare pian piano.

Dopo il 12 maggio, data della Moonlight Half Marathon, devo dire che è prevalsa nettamente la seconda sensazione.

Questa volta la fatica si è fatta sentire di più perchè le mie gambe hanno deciso di "tirare" fin dall'inizio, ma soprattutto, cosa fondamentale, non avevo mangiato il mio pane e nutella pre-gara!!
Si aggiunga a ciò che si correva alle 19.45, dopo una giornata di mare e sole e con una umidità non di poco conto e...beh si può ben immaginare in che condizioni il sottoscritto sia arrivato al traguardo!!

Con un ottimo 999° posto (leggi novecentonovantanove) ho tagliato il 21° km (e 97 metri) stanco ma felice di avercela fatta anche questa volta, di averlo fatto lungo un percorso veramente bello (vedi sopra) e con un clima, per così dire, da vacanza. Infatti la temperatura era elevata, era previsto un temporale che invece ci ha risparmiato (è arrivato solo qualche ora dopo), gli atleti erano molti (circa 3500) e la gente all'arrivo anche, sembrava veramente un weekend estivo, con ristoranti pieni, bar zeppi di giovani e la sensazione di essere davvero in vacanza.

E così, dopo la mia prima medaglia guadagnata a Padova, aggiungo alla mia ricca, ma non ancora numerosa, collezione questa seconda medaglia che, come si può intuire dalla foto, non pesa poco!!


16/05/12

37 - West Coast

Con il Grand Canyon si è concluso il tour americano lungo la costa Ovest, abbiamo fatto ritorno a Las Vegas per riportare la nostra super macchina, che non ci ha mai tradito, e restituire le chiavi.
Sulla via del ritorno abbiamo avuto la possibilità e la fortuna di imbatterci nella mitica Route 66, fermandoci per una sosta ad un Burger King.
Ma soprattutto lungo la strada che ci portava a Las Vegas e a pochi km (pardon miglia!) da essa, abbiamo dovuto fare una tappa per ammirare la Diga di Hoover, senza dubbio un capolavoro di ingegneria che permette la produzione di energia idrolettrica dal fiume Colorado.






La Hoover Dam è una diga ad arco-gravità realizzara nel 1935 e si trova al confine tra l'Arizona ed il Nevada. Infatti, si possono notare due orologi su due diverse torri di presa che indicano l'ora di uno e dell'altro Stato rispettivamente.

Si trova a circa 50 km da Las Vegas e deve il suo nome al presidente degli Stati Uniti Herbert Hoover; iniziata nel 1931, la sua costruzione è terminata nel 1935 dopo non poche vicissitudini. Per garantire una certa sicurezza economica della ditta che avrebbe vinto l'appalto, era stato previsto che questa, prima dell'inizio dei lavori, dovesse dare come deposito cauzionale la modica cifra di due milioni di dollari (!!).
L'appalto venne vinto dalla Utah Construction Company dei fratelli Wattis che, non disponendo dei due milioni suddetti, si erano preventivamente uniti in una join venture con altre 6 ditte che prese il nome di Six Companies. Questa era incaricata, prima dell'inizio dei lavori di costruzione della diga, di costruire una città che ospitasse gli operai e che prese il nome di Boulder city.

Si passo così alla costruzione della diga, non prima però di aver deviato il fiume Colorado con lo scavo di 4 gallerie del diametro di circa 17 metri e con una lunghezza complessiva di 5 km.
Dapprima vennero costruite due dighe provvisorie (coffer dams) per impedire allagamenti da parte del fiume e per poter così realizzare gli scavi per la fondazione della diga.
Durante i lavori morirono 112 operai, anche a causa delle pessime condizioni di lavoro a cui erano costretti e che portarono a due scioperi durante il corso della realizzazione della diga.

L'inaugurazione ebbe luogo il 30 settembre 1935 davanti a circa 10000 persone, nonostante il caldo torrido. Roosvelt, il presidente dell'epoca, dopo l'inaugurazione visitò Las Vegas e fu il primo presidente americano la città.

Naturalmente, la grandezza di tale opera si scontra con gli inevitabili impatti ambientali che si sono venuti a creare in seguito alla sua realizzazione. Infatti, molti degli ecosistemi presenti sono stati messi in crisi e moltissime specie di animali rischiano l'estinzione a causa della variazione del regime fluviale del Colorado.


http://www.usbr.gov/lc/hooverdam/

06/05/12

36 - Grand Canyon - parte 3

Riprendo il mio racconto del mio primo (per ora) viaggio in US avvenuto oramai già da un anno. 
Avevo lasciato una serie di fotografie che immortalavano il Grand Canyon in tutta la sua bellezza e grandezza, resa solamente in parte dalle pictures inserite. Si perchè il senso di infinito, di sconfinato che dà questa meraviglia della natura lo si può respirare solo sul posto a mio parere. Davanti ad un paesaggio di questo tipo tutto perde d'importanza, tutto si ferma, ed il tuo sguardo rimane come impietrito da tale magnificenza.
Ma non avevo dato abbastanza, ovvero non era abbastanza per me poterlo ammirare dalla terra ferma, così ho deciso che era mio dovere salire su un elicottero e godermelo anche dall'alto, pensando che la vista da lassù sarebbe stata migliore.
Mi sbagliavo.
La vista del Grand Canyon dall'alto non può essere descritta da nessun aggettivo presente sul vocabolario. Paradossalmente quella mezz'ora passata in elicottero è stato il tempo più lungo e, allo stesso tempo, più breve che abbia mai passato.


Il più lungo perchè, ripetendomi, il paesaggio che ti circonda ti fa capire quanto tu sia piccolo ed insignificante a questo mondo e ti fa chiedere come Madre Natura abbia potuto crearlo, come abbia potuto offrire al mondo tale bellezza. Nella tua mente iniziano a crearsi tutta una serie di domande esistenziali che, in altri luoghi e circostanze, non avrebbero la stessa sostanza e la stessa concretezza che hanno quando ti ritrovi al cospetto del Grand Canyon.

Il più breve, perchè, per ovvi motivi, vorresti non scendere più, vorresti rimanere lassù per sempre a guardare ciò che si trova sotto di te, ciò che vorresti descrivere ma per cui non trovi le parole.

Tutto questo è il Grand Canyon.

03/05/12

35 - Copenhagen

Ciò che stupisce di Copenhagen non è tanto il paesaggio, la Sirenetta o la Wind Farm che si vede dal porto, quanto le persone che ci vivono, che trascorrono le giornate nella capitale danese, ove lavorano, giocano con i propri figli, passeggiano e corrono in bici.
Si perchè se devo trovare un aspetto rilevante o forse l'aspetto che più mi ha colpito di questa città credo sia rappresentato proprio da questo: le persone.

In Italia siamo abituati che quando uno può fregare una persona, nella maggior parte dei casi, lo fa. In Danimarca non ho avuto questa sensazione, anzi direi che ho sentito che siamo al polo opposto. La gente è cordiale, gentile, onesta. Tutti sono disponibili (anche con i turisti), ti rispondono con un sorriso, non c'è lo stress di fare tutto di fretta, quindi se bisogna fermarsi due minuti per aiutare qualcuno, per dare un'informazione, lo si fa.
In un certo senso, la cosa mi ha inizialmente sconvolto; venendo da un contesto e da un Paese come il nostro, così egocentrico e per niente altruista (lo so sto generalizzando, ovviamente non siamo tutti così, ci mancherebbe, però diciamo che una buona parte della popolazione lo è!), tutto questo altruismo, questa disponibilità mi sono sembrate del tutto irreali. E la cosa si ripercuote sull'atmosfera che si respira in città; si ha un senso di tranquillità, di calma e, dal punto di vista estetico, la città è pulita, pulitissima.
L'italiano medio, non avendo a disposizione un cestino nelle immediate vicinanze (e con immediate intendo 30 o 40 cm!), getterebbe una carta o un mozzicone di sigaretta a terra o comunque dove capita.
Il danese medio, gentile, bravo etc, non lo fa. Piuttosto la mette in tasca.

Poi, ovviamente, vi è la bellezza della città, l'emozione di poterla scoprire facilmente e velocemente in bicicletta, il mezzo tipico degli abitanti del luogo (leggevo in qualche rivista locale che il 35% degli abitanti si muove quasi esclusivamente in bici).





Bicicletta che viene preferita alla classica automobile per svariati motivi, ma mi sento di citarne due in particolare:
1-muoversi in bici è molto più salutare, fa bene alla città (con la riduzione dello smog), ma fa bene anche a se stessi
2-e su questo mi devo informare che sia veramente così, il bollo dell'automobile a Copenhagen si paga una sola volta nell'intera vita dell'automobile: il problema è che tale bollo costa il 180% del valore dell'automobile!!