01/07/13

124 - Aria di Oriente


Non ero mai stato in Asia. Nemmeno mi aveva sfiorato l'idea di visitarla. Non vi era niente in questo Continente che mi attirasse al punto tale da spingermi a preparare una valigia e spiccare il volo oltreoceano. Questioni burocratiche, che saranno potenzialmente il soggetto di un futuro post, mi hanno costretto a lasciare la terra dei canguri per una settimana (dal punto di vista teorico era sufficiente un flight out-flight in, ma l'occasione era troppo ghiotta per non prendersi una settimana di ferie!) e quindi ho dirottato il mio pilota automatico e le mie scelte al continente asiatico e, parallelamente, al paese che mi permetteva di spendere il meno soldi possibile: la soluzione ha preso le sembianze di Bali.

Piccola introduzione al fine di dimostrare che mi sono ampiamente documentato prima di intraprendere il viaggio che andrò a descrivere (assolutamente non vero, prima di atterrare in Bali non sapevo praticamente nulla a proposito dell'Indonesia!): Bali è una delle quasi 17000 isole dell'Indonesia, paese che ha come capitale Jakarta. Il 90% della popolazione è di religione Hindu, sebbene l'Indonesia sia un paese islamico. Bali vive praticamente di turismo, anche se vi sono alcune zone dell'isola che basano la propria ricchezza ed i propri guadagni sull'agricoltura, in particolare con la coltivazione del riso.

Ebbene, l'arrivo in Indonesia è giunto dopo 3 ore e mezza di aereo con la compagnia Air Asia; ad accoglierci, una temperatura di 35 gradi ed un caldo asfissiante, reso ancora più insopportabile dai nostri jeans e dalle nostre maniche lunghe, data la possibilità di effettuare il check in all'hotel dove avevamo pernottato!!
Fin dall'inizio ho potuto osservare che la maggior parte degli abitanti vive nella povertà; o almeno, la loro vita, se comparata con quella di un cittadino europeo o australiano, è ampiamente peggiore, dal punto di vista economico. Ciò che ho avuto modo di constatare con il passare del tempo, però, è che tutto ciò a loro non dà la minima preoccupazione ma, anzi, all'apparenza sono davvero felici e soddisfatti di ciò che hanno.
Incuriositi da quanto visto nelle prime ore della nostra vacanza, abbiamo impostato la settimana sulla rotta "settimana di cultura" invece che sulla rotta "settimana di cazzeggio&sole&abbronzatura&mangiare&bere&dormire". Con il senno di poi, la scelta è stata ampiamente ripagata ed il risultato finale è andato al di là di ogni più rosea previsione.


Siamo davvero rimasti affascinati da questo paese; si respira un'aria di cultura e di religione che si può toccare con mano e si può osservare con i propri occhi nelle manifestazioni e nelle danze locali (anche se organizzate principalmente per i turisti, non perdono la loro vena di sacralità che le contraddistingue). Ogni aspetto della vita è legato alla religione Hindu, per la quale ogni evento quotidiano,e non, avviene per un preciso e particolare motivo; un tipico lavoratore balinese, ad esempio, utilizza le proprie vacanze da lavoro andando a pregare o accompagnando familiari ed amici al luogo di culto. Attraversando Bali da nord a sud si può assaporare la semplicità con cui le persone vivono, nel vero senso della parola, la propria vita quotidiana. Un tetto, un po' di cibo, famiglia ed amici sono sufficienti per considerarsi "benestanti".

E si rimane davvero meravigliati nel constatare che è assolutamente vero: la ricchezza, intesa in termini di quantità di denaro posseduta da un individuo, è inversamente proporzionale al livello di felicità di una persona. E Bali è un lampante esempio di quanto detto.
 Nonostante le sue trafficatissime ma dissestate strade; nonostante la povertà (anche in questo caso intesa in termini di denaro) della maggior parte della popolazione; nonostante la mancanza di strutture moderne ed ipertecnologiche. Nonostante tutto ciò ed altro ancora, questo paese insegna che la felicità e la ricchezza spirituale di una persona vanno al di là del denaro. E' qualcosa che è alla portata di tutti, si deve solo cercare con pazienza e perseveranza.

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