17/08/13

136 - Le piccole cose

Ormai un mese se n'è andato, anche qualcosa in più. Era il famoso 11 luglio quando arrivai a Gatton in una non troppo fredda e piovosa giornata invernale, sparandomi 3k a piedi con la mia valigiona da 23 kg ed il mio zainetto in spalla dal modico peso di 10 kg. Alle volte mi sembra passata una vita dalla prima volta in cui ho messo piede in Gatton, altre volte mi sembra davvero che il tempo stia volando. Trascinato da una voglia incredibile di provare una nuova esperienza come poteva essere quella di lavorare in farm, il primo impatto con questa piccola realtà non fu di sicuro quello che mi aspettavo.
Nell'immagine che mi ero creato nella mia mente, tutto appariva davvero diverso da quello che invece si presentava davanti ai miei occhi. Una strada sterrata, polverosa e rettilinea fino all'orizzonte.
Piccoli arbusti che costeggiano quella stessa strada, alla tua destra un'infinito panorama rosso che si estende a perdita d'occhio. A sinistra: pure. Il cielo è azzurro, di quell'azzurro che neanche Monet saprebbe rappresentare pur avendo a disposizione un infinito numero di colori nella sua tavolozza.
E ci sei tu su quella strada. Con la tua jeep, finestrini abbassati, a dispetto della polvere, e questa canzone.
Il quadro che avevo dipinto nelle mie idee era troppo bello per essere vero. Almeno lo era per Gatton. Di sicuro questo Outback esiste ed è là fuori e so che arriverò pure là, ma non ora, ora c'è qualcos'altro che devo portare a termine.
Questi 88 giorni "s'anno da fare" e quindi bisogna tenere duro e continuare. Alla fine il tanto atteso lavoro fisso è arrivato, con tanto di paga oraria a corredo. La macchina, la mia macchina s'intende, è in fase avanzata di burocrazia e dovrebbe essere a disposizione nel giro di uno o due settimane. L'unico fattore negativo è rappresentato dal fatto che la sveglia suona ogni giorno, dal lunedi al venerdi, alle 3.15. A.M. ovvero di notte!! Ebbene, iniziando a lavorare alle 4 questo è quello che sono obbligato a fare. "Certo ma poi finisci a mezzogiorno ed hai tutto il pomeriggio libero!" mi dirà qualcuno! Si sicuro, peccato che quando arrivo a casa, doccia-cibo-letto è il trio delle meraviglie che va eseguito nell'ordine indicato. In poche parole, quando arrivo a casa sono talmente cappottato che ho iniziato a farmi la pennicchella pomeridiana come i vecchi! Vabbè c'è sempre qualcosa di nuovo da imparare e da sperimentare, mettiamola così.

Come dicevo prima, Gatton non è propriamente una rappresentazione adeguata dell'outback australiano. Ma c'è comunque qualcosa anche dietro a questa piccola realtà. E lo scopri quando il tuo farmer ti porta a fare un giro con la sua jeep per le colline e le hobby farms, come vengono chiamate dai locali, che circondando la zona. O meglio, che sono la vera essenza di questo tipo di paesi. E nelle parole di un nativo del luogo, ti rendi conto di quanto questo paese possa essere meraviglioso e ricco di sorprese e di aspetti da apprezzare. Senti che, per quanto povera, c'è una storia dietro tutto questo. Vivere il paesaggio attraverso le parole di una persona che è nata e vissuta in questi posti, ti fa capire che anche le cose più insignificanti e, all'apperenza, insensate che ci circondano, hanno dietro di loro un perchè. Scopri che tutto ciò che è davanti ai nostri occhi si modifica in base al punto di vista da cui lo osserviamo, in relazione alle persone con cui lo viviamo.

Continuiamo così questa esperienza portandoci dentro le parole di Gary e la sua gioia nel raccontare questi luoghi, in questo angolo dell'est australiano. Sicuramente sarà una delle cose che ricorderò con maggior piacere di questa mia avventura nella farm.

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