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12/10/13

146 - Lo scorrere del tempo

Sabato sera. Seduto sul letto, aspetto di fare una chiaccherata su skype, uno degli strumenti che mi permette di rimanere in contatto con le persone che non si trovano qui in Australia con me fisicamente. La giornata è trascorsa in modo rallentato, come usualmente accade durante i weekend in questo paese. Il conto alla rovescia è iniziato da un po' di settimane, ora siamo a quota -19 giorni. Ancora 19 e sarà raggiunta la fatidica cifra 88, ovvero i giorni necessari per richiedere il mio secondo Working Holidays. E, con il senno di poi, devo ammettere che il tempo è trascorso, in quanto mi trovo qui da ormai 3 mesi e ancora 1 è rimasto da completare. Nonostante la sveglia notturna mi accompagni giorno dopo giorno, nonostante il lavoro settimanale che consente alla settimana in sè di volare, nonostante i weekend in cui vi è poco o nulla da fare. Ci siamo quasi.
Inizio a scorgere all'orizzonte il traguardo finale e oltre, quando si partirà per un memorabile viaggio lungo la East Coast. Quest'ultimo è in fase di programmazione e di pianificazione ma sarà pronto in tempo.
Al momento cerchiamo di far trascorrere il più velocemente possibile questi giorni che mancano, perchè sento veramente che sono arrivato alla frutta e non vedo l'ora di lasciare questo posto!

20/09/13

144 - La realtà del piccolo paese australiano

Un nuovo venerdì è arrivato qui a Gatton. Un altro giorno per il mio Second Visa è stato fatto, ed ora il traguardo, pur essendo ancora distante, non è poi così impossibile da vedere come lo era appena arrivato qui. Dopo un lunedì caratterizzato da un bel temporale e da pioggia (si, anche in Queensland piove), il sole è ritornato a splendere più caldo che mai. I pomeriggi si sono fatti un po' ventilati, ma si sente l'aria di primavera/estate che ci circonda.
Così una settimana è passata, tra le sveglie delle 3/3 e mezza di mattina, le ore di lavoro, i sonnellini pomeridiani per recuperare e qualche ricerca con il computer. Come c'è da immaginarsi, la sera non gode di particolari svaghi che non siano guardarsi telefilm, chiaccherare con i coinquilini, oppure studiare. 
La settimana tipica del backpacker che vive a Gatton. E, mi sento di dire, anche quella dell'abitante di Gatton. Perchè questo piccolo paese di 7000 anime vive di agricoltura e di farm e la maggior parte degli abitanti è impiegata in questo settore. Ne deriva che queste persone vivono la settimana un po' come la vivo io; ovvero sveglia, lavoro, cibo e sonno. Niente di più e niente di meno.
Praticamente sopravvivono per arrivare al weekend, il momento preferito della settimana dove la gente si gode il suo passatempo preferito: bere. Ma non sto parlando di sorseggiare allegramente qualche bicchiere di vino con gli amici oppure una birra al bar in compagnia. No, sto proprio parlando di tentare di bere fino allo sfinimento, come non ci fosse più un domani!
A conferma di ciò, arriva in mio aiuto la giornata di oggi. Dicevo, venerdì, ultimo giorno di lavoro della settimana. Sveglia alle 3 e mezza, si inizia alle 4 e dopo 8 ore ed un quarto si finisce. Tempo dei saluti ed il mio farmer mi invita per una birra a casa sua (che dista circa 19.86 metri da dove lavoriamo). Accetto volentieri e mi incammino con lui, il fratello ed il padre (lavoriamo tutti insieme). 
Alla richiesta birra o coca, rimango un po' spiazzato, ma rispondo birra. Rimango ancora più incredulo quando dal frigo escono una birra, per il sottoscritto, e 3 coca cole per gli altri. Ma come? E la leggenda, che poi leggenda non è, dell'australiano che si distrugge di alcol appena finisce di lavorare? Forse è solo l'eccezione che conferma la regola. Iniziamo a giocare ai dadi, perchè questo è il loro passatempo preferito del venerdì, after work. Mi adeguo e cerco di imparare velocemente le regole. Due sorsi di birra e...sbucano due bottiglie di Jim Beam!! Il mio farmer, fratello e padre, dopo due sorsi di coca, riempiono di nuovo la lattina con bourbon e continuano a giocare. Ecco, mi sento giù molto meglio!!

Perchè sfatare il mito dell'australiano alcolizzato proprio non potevo farlo! Ed eccoci a passare un'allegra ora e mezza dopo lavoro a giocare a dadi, bere birra e jim-coke. Le lattine, a fine partita, saranno più di una, come è possibile immaginare!
Probabilmente il loro pomeriggio è continuato in questo modo per qualche altra ora sotto quella tettoia/taverna oppure con un passagio al bar.
La semplicità e, al tempo stesso, l'assurdità con cui si è abituati a svagarsi il fine settimana in questo piccolo paese dell'Est Australia.

14/09/13

142 - Dicono sia Australia: confermo - 2

Fa alquanto impressione, per non usare altri termini forse un po' troppo spinti, sentire che amici che si trovano in Australia da 8 mesi, ovvero che hanno intrapreso questo viaggio nel lontano/vicino gennaio 2013, non abbiano mai (leggi MAI) visto un canguro. O almeno, non hanno mai visto un canguro vivo.
Qui in Australia è assai comune vedere canguri morti ai lati della strada, come è comune vedere gatti morti lungo le vie di traffico italiane. Ti sbucano fuori all'improvviso dalla vegetazione, pur facendo di tutto per evitarli (anche perchè i danni che provocano alla carrozzeria della macchina sono non indifferenti) molto spesso gli automobilisti si trovano impossibilitati a farlo. 
Può capitare altrettanto spesso, però, di vederli saltellare nella bush o in piccoli boschi che costeggiano le strade, con la loro faccina simpatica e la loro curiosità. 
O ancora, se non si è proprio così fortunati, si possono osservare allo zoo. Quando mi trovavo a Perth ho avuto l'occasione di vederli più volte e, allo Caversham Wildlife Park, si può sfruttare l'opportunità di vederli davvero da vicino e "nutrirli", con il cibo fornito dalla direzione del parco. E risulta assai facile spendere qualche ora con loro, accarezzandoli e scrutandoli nella loro rilassatezza e spensieratezza, distesi pacificamente all'ombra di un albero, godendosi l'ozio e la tranquillità.



Quando, però, me li sono trovati nella farm dove lavoro, lo stupore è stato inevitabile. Ore 8 e mezza di mattina, dopo la consueta pausa di metà giornata lavorativa (rammento, per chi se lo fosse perso, che la mia giornata inizia alle 4 a.m. e quindi la pausa coincide con la colazione!) e aver caricato i furgoni per le consuete spedizioni, eccoci intraprendere la strada verso le open shed per il momento del picking (raccolta) quando eccoli là sbucare dal nulla: ad occhio, mamma e figlio stavano comodamente cibandosi dell'erba trovata in abbandonanza. Quando ci hanno visto arrivare non sono scappati, ma si sono comodamente spostati di qualche metro, giusto per sentirsi più sicuri, ed hanno continuato a fare quello che dovevano fare.
Insomma, qui puoi godere la vista dei canguri ovunque (a parte qualche sfigato sfortunato di amico che non ha ancora visto uno vivo), poichè è bene ricordarlo e confermarlo: anche questa è Australia.

25/08/13

139 - E poi dicono che il mondo non è piccolo

Arriva il weekend. Il classico weekend di Gatton, dove la lista delle cose da fare può stare benissimo scritto sull'unghia del mignolo della mano di una nano. E così dopo un sabato mattina passato a dormire e girovagare tra la cucina ed il salotto, il primo pomeriggio speso a fare spese/compere per la settimana e la sera passata sul divano davanti la tv (neanche una festa organizzata tra backpackers, what a shame!) si è presentata la domenica. Il copione si è ripetuto parzialmente perchè, solitamente, alla domenica, da buoni italiani, si organizza un pranzo all'italiana, sempre differente. Prima è stato lasagne, poi cannelloni, con contorni di verdure, focaccie, pizze e dessert al tiramisù o gelato. Il pomeriggio, solitamente, era adibito al meritato riposo dopo l'inizio di una nuova settimana lavorativa.
Ma questo fine settimana è andata diversamente, perchè il pranzo è stato leggermente anticipato ad un orario più vicino a quello consono, rappresentato da mezzogiorno e, sopratutto, c'è stata l'attività fisica all'aria aperta. Dopo qualche sporadica corsa nei dintorni di Gatton effettuata nelle scorse settimana, resa assai difficile dalle pendenze delle strade che circondando questo posto, oggi ci siamo alla partita di calcio. Non calcetto, ovvero lo sport praticato dal sottoscritto negli ultimi 4 anni, ma calcio all'aria aperta, in un campo 11 contro 11, ovvero enorme. Al di là della difficoltà di riprendere i ritmi che avevo perso ormai anni or sono, capita che parlando del più e del meno si fa conoscenza con un ragazzo italiano, uno dei tanti presenti qua. E, incredibile ma vero, succede che il suddetto italiano venga dal Friuli. Pure io rispondo.
Bene l'individuo è da Pordenone, udite udite. Al che rispondo che pure io lo sono. Ok siamo entrambi dalla Provincia di Pordenone, poi i paesi sono diversi, ma cosa cambia? Quali sono le quali sono le probabilità per cui due persone si incontrino a migliaia di chilometri di distanza dal proprio paese, nello stesso giorno, in un paesetto di 7000 abitanti, giocando a calcio in una precisa ora del pomeriggio di una imprecisa domenica? Praticamente nulle.
E poi dicono che il mondo non è piccolo.

17/08/13

136 - Le piccole cose

Ormai un mese se n'è andato, anche qualcosa in più. Era il famoso 11 luglio quando arrivai a Gatton in una non troppo fredda e piovosa giornata invernale, sparandomi 3k a piedi con la mia valigiona da 23 kg ed il mio zainetto in spalla dal modico peso di 10 kg. Alle volte mi sembra passata una vita dalla prima volta in cui ho messo piede in Gatton, altre volte mi sembra davvero che il tempo stia volando. Trascinato da una voglia incredibile di provare una nuova esperienza come poteva essere quella di lavorare in farm, il primo impatto con questa piccola realtà non fu di sicuro quello che mi aspettavo.
Nell'immagine che mi ero creato nella mia mente, tutto appariva davvero diverso da quello che invece si presentava davanti ai miei occhi. Una strada sterrata, polverosa e rettilinea fino all'orizzonte.
Piccoli arbusti che costeggiano quella stessa strada, alla tua destra un'infinito panorama rosso che si estende a perdita d'occhio. A sinistra: pure. Il cielo è azzurro, di quell'azzurro che neanche Monet saprebbe rappresentare pur avendo a disposizione un infinito numero di colori nella sua tavolozza.
E ci sei tu su quella strada. Con la tua jeep, finestrini abbassati, a dispetto della polvere, e questa canzone.
Il quadro che avevo dipinto nelle mie idee era troppo bello per essere vero. Almeno lo era per Gatton. Di sicuro questo Outback esiste ed è là fuori e so che arriverò pure là, ma non ora, ora c'è qualcos'altro che devo portare a termine.
Questi 88 giorni "s'anno da fare" e quindi bisogna tenere duro e continuare. Alla fine il tanto atteso lavoro fisso è arrivato, con tanto di paga oraria a corredo. La macchina, la mia macchina s'intende, è in fase avanzata di burocrazia e dovrebbe essere a disposizione nel giro di uno o due settimane. L'unico fattore negativo è rappresentato dal fatto che la sveglia suona ogni giorno, dal lunedi al venerdi, alle 3.15. A.M. ovvero di notte!! Ebbene, iniziando a lavorare alle 4 questo è quello che sono obbligato a fare. "Certo ma poi finisci a mezzogiorno ed hai tutto il pomeriggio libero!" mi dirà qualcuno! Si sicuro, peccato che quando arrivo a casa, doccia-cibo-letto è il trio delle meraviglie che va eseguito nell'ordine indicato. In poche parole, quando arrivo a casa sono talmente cappottato che ho iniziato a farmi la pennicchella pomeridiana come i vecchi! Vabbè c'è sempre qualcosa di nuovo da imparare e da sperimentare, mettiamola così.

Come dicevo prima, Gatton non è propriamente una rappresentazione adeguata dell'outback australiano. Ma c'è comunque qualcosa anche dietro a questa piccola realtà. E lo scopri quando il tuo farmer ti porta a fare un giro con la sua jeep per le colline e le hobby farms, come vengono chiamate dai locali, che circondando la zona. O meglio, che sono la vera essenza di questo tipo di paesi. E nelle parole di un nativo del luogo, ti rendi conto di quanto questo paese possa essere meraviglioso e ricco di sorprese e di aspetti da apprezzare. Senti che, per quanto povera, c'è una storia dietro tutto questo. Vivere il paesaggio attraverso le parole di una persona che è nata e vissuta in questi posti, ti fa capire che anche le cose più insignificanti e, all'apperenza, insensate che ci circondano, hanno dietro di loro un perchè. Scopri che tutto ciò che è davanti ai nostri occhi si modifica in base al punto di vista da cui lo osserviamo, in relazione alle persone con cui lo viviamo.

Continuiamo così questa esperienza portandoci dentro le parole di Gary e la sua gioia nel raccontare questi luoghi, in questo angolo dell'est australiano. Sicuramente sarà una delle cose che ricorderò con maggior piacere di questa mia avventura nella farm.

11/08/13

135 - Finally, I've got a job!

Ebbene si, dopo un mese di patemi, di levataccie alle 5 del mattino, veloce colazione e tutti all'ufficio nella speranza che la giornata si illuminasse trovando un lavoro pagato decentemente (hourly paid-paga oraria), dopo un mese di false promesse, di speranze, di momenti di sconforto, di sacrifici per arrivare a pagare affitto e spese varie con uno stipendio al limite del ridicolo...ho trovato lavoro!!
Ed intendo un lavoro pagato bene, un lavoro non propriamente difficile, senza contractors o intermedari, il mio legame lavorativo è basato direttamente con il rapporto tra me ed il farmer; lavorerò ogni settimana, dal lunedì al venerdì fino a...quando vorrò!! La ragazza che era al posto mio se n'è andata, quindi c'è bisogno di una persona che la sostituisca..quando si dice trovarsi nel posto giusto al momento giusto o, in altri termini, che botta di culo!!

Sta di fatto che ora posso ricominciare a far frullare nel mio cervello gli innumerevoli piani per il futuro, perchè ora posso anche permettermi di darmi delle scadenze e buttare giù su carta tutte le idee che mi sono fatto in questi mesi in Australia, a cui in precedenza non potevo ancora dare una fisionomia. Frase complessa per dire che, dal momento che d'ora in poi ogni giorno conterà per il mio secondo Visa, so con certezza quando finirò e quindi il futuro inizia a prendere forma.

Prima di ciò, però, ci sono altri problemi concreti da affrontare: problema macchina prima di tutto. Perchè in questi giorni sto andando a lavoro con una macchina non mia, che mi è stata prestata dalla proprietaria della casa dove abito. Premesso che nessuno sarebbe in grado di accompagnarmi al lavoro, dato che inizio alle 4 del mattino, ho realizzato che necessito davvero di una macchina tutta mia, in modo da potermi gestire autonomamente con il lavoro, la spesa e anche, perchè no, qualche giretto turistico finesettimanale in quel di Brisbane e dintorni.
Quindi, questa settimana, parte la ricerca al mezzo di trasporto, tutti i siti di annunci ed i car seller della zona sono avvisati!

04/08/13

02/08/13

132 - La mafia di Gatton

Le motivazioni che mi hanno indotto ad abbandonare tutto, o a lasciare in standby la mia vita in Italia per qualche tempo, e a viaggiare in direzione del Continente australiano sono molteplici e variegate. Non è il caso di elencarle tutte, anche perchè sono parecchie e molte delle quali a carattere personale che potrebbero essere poco condivisibili.
Una particolare ragione delle suddette consiste nella situazione che stava attraversando l'Italia in quel periodo (ed in cui è ancora pienamente immersa a quanto si dice); mi riferisco, nella fattispecie, ai criteri di merito che vengono valutati per assegnare un posto di lavoro, per decidere chi è meglio/peggio di qualcun altro e chi si merita di ricoprire una certa carica rispetto ad un'altra.
Il citato criterio potrebbe andare sotto il nome di "ASSEGNAZIONE IN BASE A: FIGLIO DI..". E' risaputo, infatti, che concorsi pubblici per i più svariati enti, ma anche assegnazione di borse di studio etc..non sono un esempio lampante di onestà e di "cose fatte alla luce del sole".
Spostandomi in Australia mi aspettavo di trovare una situazione migliore. Ed effettivamente così è, anche se pure qui esistono le raccomandazioni. Mi spiego meglio.
Spesso e volentieri nel CV si inseriscono le referenze che possono essere rappresentate dal tuo ex capo, da un tuo ex superiore, ma anche dal tuo coinquilino/a o amico/a, insomma qualcuno che ti conosca bene e possa garantire per te. Quando si è alla ricerca di un lavoro che richieda determinate capacità o caratteristiche professionali, il nostro potenziale datore di lavoro ricerca nelle proprie referenze una figura che ci possa raccomandare; il termine raccomandazione, però, deve essere visto come "garanzia". Senza fare troppi giri di parole, il funzionamento può essere così riassunto:

   -   Italia-->      candidato:"Buongiorno, sto cercando lavoro"
                           azienda   :"Ha le caratteristiche che noi ricerchiamo?"
                           candidato:"No, ma sono figlio di X"
                           azienda    :"Assunto"

   -   Australia-->candidato:"Buongiorno, sto cercando lavoro"
                           azienda   : "Ha le qualità che noi ricerchiamo?"
                           candidato:"Assolutamente si"
                           azienda   :"Controllerò le sue referenze e le farò sapere"

Se l'azienda, chiamando le referenze, verificherà che, effettivamente, il candidato possiede le caratteristiche ricercercate e, inoltre, ha un'ottima attitudine al lavoro e al sacrificio, potrà essere preso in considerazione per il lavoro (badare bene, NON assunto ma preso in considerazione), altimenti...nada!

Bene, questo è come funziona, generalmente, in Australia. O almeno da quello che ho visto io. Chi ricopre una certa carica, un certo ruolo, chi ha un certo lavoro, effettivamente merita di essere dov'è.

Le eccezioni, naturalmente, ci sono. Sono fatte per confermare la regola, quindi ci devono essere per forza. E tali eccezioni si trovano nella pittoresca e vivacissima (N.B. da leggere con tono ironico) "cittadina" di Gatton. Ebbene, in un paesetto circondato da moltissime fattorie, a 90 km da Brisbane, si trova quella che può essere tranquillamente chiamata mafia. Moltissimi giovani arrivano qui per guadagnarsi il tanto famigerato e sudatissimo Second WH Visa, attratti da promesse di lavoro e da paghe orarie che permetterebero, lavorando tutti i giorni, di mettere da parte un bel po' di denaro. Invece le cose sono un tantino diverse. Il lavoro c'è, ci mancherebbe, ma non viene dato in base a principi di anzianità (a chi arriva prima a Gatton dovrebbe spettare il lavoro rispetto a chi arriva dopo), capacità (chi lavora meglio dovrebbe avere la precedenza no??) etc...no, viene dato in base a simpatie, conoscenze, aspetti estetici (alle 5 e mezza del mattino, al ritrovo presso l'ufficio per l'assegnazione del lavoro giornaliero, i fusò delle ragazze imperversano nel freddo mattutino, ma tale sforzo viene ripagato con un lavoro sicuro). Ma come?? dove sono finiti l'onestà e il buon senso australiano? Me ne vado dall'Italia e ritrovo a Gatton la stessa ingiustizia che avevo lasciato alle mie spalle?
Alle volte il detto "tutto il mondo è paese" è proprio azzeccato.

25/07/13

128 - E l'allegra vita di Gatton

Le 9.37 di un giovedì mattina. Sono sveglio ormai da quasi 5 ore, da non credere. Come ogni giorno la sveglia è suonata alle 4.45, lasciandomi quei 5 minuti vitali sotto le coperte che fanno da apripista alla lunga giornata; poi nell'ordine vengono bagno, colazione, tenuta da lavoro e partenza in direzione ufficio dove ogni mattina si viene assegnati alle varie farm che necessitano di personale per completare i più disparati lavori.
Dopo i primi giorni, in cui la situazione sembra davvero critica, il quadro generale sta piano a piano migliorando (tocchiamo ferro!) e sembra che ci siano le ipotesi giuste per continuare questa avventura con la giusta dose di umiltà, determinazione e tranquillità economica che mi avevano accompagnato nel mio lungo viaggio da Perth a Brisbane, oramai 2 settimane or sono.
 
Il freddo del mattino sta lasciando il posto ad una tiepida giornata di inverno che sfocerà nel caldo del pomeriggio, dove t-shirt e cappellino prenderanno il posto di felpa, sciarpa e guanti. Dopo 2 settimane posso ritenermi soddisfatto, perché penso di aver trovato una mia dimensione in questo piccolo paese di 7000 anime. Le settimane sembrano iniziare a scorrere velocemente e possiamo già affermare che 10 giorni sono stati eliminati dalla lista e all'appello ne mancano ancora 78 (for the record, per ottenere il secondo Visa necessito di 88 giorni di lavoro in farm). I fine settimana sono, clamorosamente, i giorni più duri da trascorrere in quanto qui non vi sono attrazioni, non vi è niente da vedere a portata di mano e soprattutto, non c'è niente da fare!
L'unico pub in "centro" (in realtà sono due, ma uno chiude alle 6 o 7 di pomeriggio, mentre l'altro tiene aperto fino a mezzanotte e alle volte, udite udite, anche fino all'una di notte!) è la meta preferita dei nostri weekend Gattoniani; anche perché le alternative sono davvero poche. Chiudersi in casa davanti alla tv, organizzare feste nelle differenti case in cui abitano i backpackers, oppure prendere la macchina/corriera e farsi un fine settimana in Brisbane, Surfer Paradise o altro.
Quest'ultima alternativa è la più gettonata, ma anche la più costosa, quindi si deve valutare con attenzione l'uscita economica in quanto, soprattutto all'inizio dell'avventura in farm, i soldi da spendere, tra affitti, spesa etc non sono molti.
 
Aspetti positivi? Ce ne sono, tanti. Innanzitutto, pur essendo un lavoro duro (la maggior parte dei giorni arrivi a casa dopo 10 ore di lavoro con la schiena divisa in differenti pezzi di svariate forme, mani irriconoscibili a causa di tagli in ogni spazio della pelle disponibile e gambe che si comportano come se non appartenenti al proprio corpo) è comunque qualcosa che dà soddisfazione. Perché, nella maggior parte dei casi, sono attività all'aria aperta, ti fanno riscoprire il contatto con la natura ed il lavoro "fatto con le mani". Riconosci il valore dell'agricoltura e quanto sia faticoso guadagnare denaro in questo modo. A fine giornata sei orgoglioso di te stesso, perché un altro giorno è passato, un altro giorno in cui hai dimostrato di potercela fare da solo, con le tue mani e la tua determinazione.
Ero convinto di voler affrontare questa esperienza, per il Visto, soprattutto, ma anche per voler vivere e toccare con mano quello che si prova a lavorare in una farm; e, nonostante tutto, è qualcosa che, sotto determinati punti di vista, mi piace e voglio portare a termine.
 
Quindi, 10 days down, 78 to go, timone a dritta e avanti!

13/07/13

127 - Si comincia

Ad accogliermi una giornata piovosa. Di quella pioggia pungente e fastidiosa che ti bagna poco alla volta. Sono le 6 del mattino ed il mio viaggio verso la città inizia con il viaggio in treno che mi porta in circa mezz'ora direttamente nel cuore della città. Una prenotazione di due giorni in ostello mi assicura un certo margine di sicurezza, della serie "non si sa mai"! Alle 7 e mezzo di mattina non è ancora possibile entrare in camera dal momento che il check-in inizia dalle ore 10. Lascio, quindi, la valigia in ostello e ispeziono vagamente la città sotto la pioggia, riparato da un ombrello che non c'è. 
Come al solito (era già successo per Melbourne), il primo impatto con Brisbane non mi impressiona, ma non posso ancora valutarne la bellezza, o meno, dato che il tempo non è ma ha dato l'opportunità.

Nell'attesa che la colazione mi venga servita, invio un messaggio alla farm dove si suppone ci sia lavoro anche per il sottoscritto. Sono le 8.30. Il messaggio di risposta arriva dopo 2 minuti ed il testo cita: "Ok il lavoro c'è, ma devi presentarti oggi, prima di mezzogiorno a questo indirizzo". L'indirizzo si trova a circa 100 km dalla città e per arrivarci devo utilizzare una corriera che impiega all'incirca 1 ora e mezza per arrivare a destinazione. La prima corriera a disposizione è alle 10.

Inizia una corsa contro il tempo, che prevede: colazione, tornare in ostello a prendersi la valigia, trascinarsi la valigia di 23 chili (con zaino di 8 chili sulle mie spalle) nuovamente in stazione, prendere la famigerata corriera e dirigersi verso l'indirizzo citato. Arrivati a destinazione, percorrere a piedi i 3 km che separano la meta dalla fermata degli autobus/corriere.
Finally, arrivo quando mancano 5 minuti a mezzogiorno, completamente distrutto, complice la mancanza di sonno della notte precedente (si ringraziano tutti i bambini che hanno deciso di piangere per le 3 ore e mezza di volo e di smettere contemporaneamente arrivati all'aerporto).

E così inizia la mia avventura in costa Est, in Queensland. Tre mesi o più mi separano dal quel famigerato secondo visto, le premesse non sono affatto buone, mi ritrovo a dividere la casa con due giovani inglesi e con altri 3 italiani, ovvero si prevede un periodo pessimo per il mio inglese. Sopravviverò, ce la farò, devo tenere duro, d'altronde cosa sono 3 mesi? Nulla se rapportati a 28 anni di vita!!

Perciò, keep calm, keep going and never give up!